Fango e piombo

Quartiere Sant'Antonio, Pisa – ore 1:25
(data imprecisata)

Una pioggia fitta, insistente, merdosa, come spesso capita da queste parti. Cade sopra i tetti, cola lungo i muri, riempie i marciapiedi e mi trabocca addosso. Nelle scarpe, su per i piedi… squash, squash. E un merdoso mal di testa.
Ho ancora in testa un po' di vecchi appunti e sbiadite foto d'epoca: Pio Filippani Ronconi ritratto ai tempi della grande Guerra, l'elmetto delle SS sulla testa e l'uniforme  del 1° Sturmbrigade der Italienischen Freiwilligen Legion, in seguito SS Sturmbrigade Italia. Brutto stronzo di un fascista bombarolo del cazzo. L'oscuro messaggio del Comandante mi ha strappato all'improvviso dalla foto, dalle pile di stampe al laser, dai complotti atlantici del cazzo e dal torpore dei diversi grammi d’ashish consumati in quest'uggiosa domenica pisana.
Controlla la posta, ci sono novità. Mi raccomando, leggi tutto con attenzione prima di fare cazzate.
Nient'altro.
Dentro al Gambrinus una decina di facce, le solite. Quattro sbirri, due tipi in fame chimica, due tossici, due antiche zoccole in disuso e me. Notturno post-umano. Non devo neanche chiedere il solito: appena mi vede entrare, Elèna mi saluta e mi prepara meccanicamente un caffè al vetro. Stasera è soltanto il quarto. Elèna, due occhi limpidi e un sorriso dell’est tra i bicchieri, le tazzine e un’ampia varietà di rompicazzo. Che la notte sia leggera, biondina, io devo andare, devo scappare, ciao. L'una e mezzo. In viale Gramsci non c'è nessuno, solo il silenzio appoggiato ai loggiati e le cartecce rincorse dal vento. E intorno la pioggia. Fitta, insistente, merdosa. Una grande scritta a bomboletta nera lancia da un muro il suo cupo avvertimento: LARDO MARCIO DI COLONNATA.

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